#PUBLICPROGRAMME
S3:E2

Suoni non udibili da orecchio umano: per un nuovo racconto della maternità

«Nella maternità una donna scambia il suo ruolo pubblico con una serie di significati privati, che, al pari di certi suoni non udibili da orecchio umano, sono difficilissimi da identificare per le altre persone».

Nel 2009 Rachel Cusk — una delle più importanti scrittrici inglesi contemporanee — pubblica Puoi dire addio al sonno. Cosa significa diventare madre, un libro in cui racconta con toni impietosi, ironici e spesso feroci, la sua esperienza di maternità, dalla scoperta della gravidanza ai primi mesi di vita di sua figlia.

La tesi di Cusk è che come donne siamo investite da una narrazione edulcorata e melliflua dell’essere madre, un racconto che forse vorrebbe essere rassicurante e tranquillizzante per chi ancora non ha vissuto quest’esperienza, ma che ottiene l’effetto opposto: le donne che non hanno figli sono completamente impreparate e sprovvedute di fronte alla maternità, un evento capace di stravolgerle fisicamente e psicologicamente. Sopraffatte da tutto ciò che non viene raccontato, spesso le donne che diventano madri si sentono inadatte, incapaci, sbagliate.

Come nella citazione con cui abbiamo abbiamo aperto questa newsletter, nel suo libro Cusk mette in luce uno degli aspetti più difficili ma più decisivi della maternità: la capacità di raccontarla a chi non la vive o non l’ha vissuta.

Con la rinnovata attenzione per i temi cari al femminismo che le società occidentali stanno vivendo negli ultimi anni, il tema della maternità è tornato ad accendere il dibattito pubblico, complice probabilmente la preoccupazione per il calo demografico e l’invecchiamento della popolazione che stiamo vivendo. Non è un caso che nell’ultimo decennio il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza sia così spesso messo in discussione, per esempio.

In ogni caso, se da un lato questo dibattito implica anche la messa in discussione del diritto all’autodeterminazione delle donne, dall’altro ha portato all’esplosione di nuove narrazioni dell’essere madre, che rivendicano la necessità di raccontare la maternità per quello che realmente è: un’esperienza complessa, fatta di luci e di ombre, travolgente e sconvolgente, cruda e spesso solitaria, anche e soprattutto per la nostra incapacità come società di farcene carico collettivamente.

Qui abbiamo voluto riassumere alcuni dei linguaggi, dalla letteratura alle serie TV, dai film all’arte ai media più tradizionali, utilizzati per scrivere questi nuovi racconti, con alcuni esempi che a nostro parere vale la pena conoscere.

“Suoni non udibili da orecchio umano: per un nuovo racconto della maternità” è la seconda uscita, a cura di Senza Rossetto, del takeover di Verso, un progetto pensato per dare voce alle newsletter più lette del web.

Insieme parleremo di antropocene, cambiamenti climatici e culturali, femminismo, questioni di genere, teorie del complotto e cultura digitale.

Link al primo numero del takeover.

Senza Rossetto è un progetto, nato da un’idea di Giulia Cuter e Giulia Perona, che racconta le donne (quelle di ieri, quelle di oggi e quelle di domani) oltre ogni convenzione e stereotipo che la società attribuisce all’universo femminile.

Per continuare a leggere “Suoni non udibili da orecchio umano: per un nuovo racconto della maternità” iscriviti alla newsletter di Verso cliccando qui.

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Esplora l'universo espanso di Verso.

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Esplora l'universo espanso di Verso.