Cosa facciamo?

Il laboratorio si svolge direttamente negli spazi espositivi, pensati come luoghi in cui le opere convivono con i corpi, i pensieri con le azioni.

Dentro un set di laboratorio composto da identici tappeti invitiamo a prendere la parola, a leggere brevi estratti di brani, utilizzando così parole di altrə per esprimere la nostra opinione, o un semplice commento sul mondo. La voce ha un corrispettivo grafico: fogli serigrafati su cui intervenire liberamente trascrivendo, disegnando, o incollando il testo scelto.

Qual è l’obiettivo?

L’azione viene suggerita dall’opera di Liz Magic Laser The Thought Leader, presente nella mostra Burning Speech.

Un bambino, stando in piedi su un tappeto su cui sono serigrafate delle parentesi graffe, declama da Memorie dal sottosuolo di Fëdor Dostoevskij: «Forse sto solo immaginando un pubblico per sentirmi più dignitoso mentre sto qui tra parentesi». Il cortocircuito generato dell’età dell’oratore e dal peso del testo ci confonde, portandoci a riflettere sul significato, o la perdita di significato, delle parole.

Questo è l’obiettivo del nostro laboratorio: riflettere insieme sul significato, o la perdita di significato, delle parole.

chi partecipa?