DI COSA PARLIAMO?

Spesso ci immaginiamo che il razzismo agisca attraverso atti consapevoli e isolati. Ma il razzismo è soprattutto un fatto sistemico, frutto di meccanismi radicati nei nostri comportamenti e nelle nostre parole, sedimentati attraverso secoli di discriminazione verso soggettività razzializzate.

Le condizioni storiche e strutturali del razzismo si traducono in pratiche quotidiane. Discorsi e rappresentazioni razziste pervadono la nostra società. è necessario assumersi collettivamente la responsabilità di identificarli, analizzarli e decostruirli.

In questo processo, il linguaggio che utilizziamo ha un ruolo fondamentale: può riprodurre dinamiche di oppressione o diventare una vera e propria cassetta degli attrezzi per la costruzione di nuove prospettive antirazziste.

CHI PARTECIPA?

Mackda Ghebremariam Tesfau è dottoressa di ricerca in Scienze Sociali. Ha conseguito il titolo con una ricerca sull’accoglienza in famiglia come pratica di solidarietà antirazzista. È membro del direttivo di Refugees Welcome e Associate Expert di Il Razzismo è una brutta storia. Tra i suoi interessi vi sono le prospettive intersezionali, il marxismo terzomondista e nero e le pratiche antirazziste.

Intervengono gli studenti e le studentesse della classe 3°D del Liceo Classico Statale Vittorio Alfieri di Torino
Modera Lucrezia Calabrò Visconti.
L’incontro è inserito nel programma di Biennale Democrazia.

BUSSOLA

Posizionamento, Bianchezza, Razzializzazione, Intersezionalità, Privilegio, Decolonizzazione, Responsabilità: queste parole sono protagoniste delle sette cartoline video pensate da Il Razzismo è una brutta storia per la campagna Le parole che ci mancano.

Tre minuti: ecco il tempo che serve al comico Australiano Aamer Rahman per sfatare il mito del razzismo al contrario.